Il Dammuso

Nel X sec. D.C. nasce il simbolo architettonico di Pantelleria: il dammuso, che si evolverà nel tempo fino al XVII sec. Quando il Mediterraneo diventa sicuro in seguito alla cessazione delle incursioni corsare, gli abitanti, che prima si erano concentrati in un unico centro abitato principale, corrispondente all'attuale, difeso dalla guarnigione militare del castello, si sentono finalmente liberi di espandersi sul territorio dell’isola senza pericoli. Nascono nuovi insediamenti in corrispondenza delle zone più fertili, diffondendo sul territorio la tipologia costruttiva del dammuso.


1. Aira – 2. Passiaturi – 3. Jardinu – 4. Stinnituri
5. Forno – 6. Canalizzazione – 7. Cisterna – 8. Stalla .

costruzione di un dammuso a Pantelleria

Momento dell’impostazione della volta di un dammuso, con travi di legno. Su questa struttura verrà poi costruita la volta in pietra. Dopo qualche giorno si smonterà dall’interno la struttura in legno. Questo metodo costruttivo viene tramandato da generazioni fino ai nostri giorni.

I possenti muri del dammuso permettono di isolare l’interno dalla temperatura esterna tanto da creare un ambiente fresco d’estate e caldo d’inverno. Il dammuso si armonizza in modo eccezionale con l’ambiente che lo circonda, in quanto per la sua costruzione si utilizzano pietre cavate sul posto. Gli elementi che completano l’unità base del dammuso da abitazione sono: il forno, le stalle, l’aia, lo stenditoio, il "passiaturi" e "U Jardinu". L’abitazione era mediamente composta da tre vani: la sala, il cammarino e l’alcova. Quest’ultima è comunicante con la sala principale tramite un grande arco, chiuso da una tenda ricamata, di chiara influenza mediorientale. Il forno è sempre presente, inglobato in un locale adiacente al dammuso, con una serie di fornelli per la cottura a legna. Le stalle sono numerose e tutte in pietra sia nei muri che nelle coperture a volta, di diverse misure in base agli animali. Persino per il maiale si costruiva un piccolo vano in pietra. L’aia, chiamata localmente " aira", di forma rotonda dal diametro di circa 5 mt., veniva usata per spaiare il grano, l’avena e l’orzo. In genere era costruita su misura per il sempre presente asino che con il suo girare lo calpestava. Lo stenditoio chiamato "stinnituri" era un vero e proprio essiccatoio, per uva, fichi e pomodori. Era costituito da un muro con un piano leggermente inclinato, esposto a sud per carpirne tutti i raggi del sole mediterraneo. U Jardino è un vero e proprio "tempio" di pietra dedicato all’albero di agrume, come limone, cedro e arancio. Un monumento che dimostra in quale considerazione era tenuto quest’albero, tanto da costruirgli con grande impegno un’opera muraria così impegnativa per proteggerlo dai venti e creargli calore nei mesi invernali.

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I primi abitanti dell’isola di Pantelleria, nella preistoria, hanno dimostrato di possedere metodi costruttivi ed architettonici ben distinguibili da altri popoli presenti nel Mondo Antico. Ed è proprio la natura dell’isola, così varia e unica nel Mediterraneo, che ha sensibilmente influenzato gli uomini, che per millenni l’hanno abitata. Eccezionali sono le tracce che oggi si possono ammirare. Prima di tutto l’insediamento preistorico ubicato in località Mursia. Si tratta di un villaggio fortificato, costruito a strapiombo sul mare, circondato da un possente muro. Un’opera di grande abilità costruttiva che questo popolo ci ha tramandato insieme alle capanne che oggi sono parzialmente visibili dopo gli scavi effettuati negli anni 60/70 dal prof. Tozzi dell'Università di Pisa e che l‘Archeoclub di Pantelleria s’impegna con grande vigore a conservare e valorizzare. Infatti solo la visita a questo patrimonio unico, merita un viaggio a Pantelleria.
Bisogna ricordare che questi preistorici modelli costruttivi si sono evoluti con l’avvento della colonizzazione punica e poi romana, dando vita a quei due concetti che hanno caratterizzato l’isola dal punto di vista architettonico: l’uso della pietra vulcanica locale lavorata nel periodo fenicio-punico e la copertura a volta delle costruzioni nel periodo romano. Nasce così una struttura abitativa solida, perfettamente stabile agli sbalzi termici, durevole e anche resistente al fuoco. Modello strutturale funzionale che per secoli si tramanderà per generazioni.
Altro importantissimo passo avanti evolutivo del modello preistorico avviene con l'introduzione della costruzione delle cisterne. La funzione principale di queste era quella di raccogliere e conservare la preziosa acqua piovana dando così sicurezza agli abitanti. Sicurezza anche in caso di assedi che all’epoca erano frequenti nel Mediterraneo; e ancora permettevano agli abitanti di non dipendere dalle scarse e capricciose sorgenti, chiamate localmente buvire.
Questo impegno costruttivo durante il periodo punico-romano fu così grande e imponente tanto da rivoluzionare il territorio. Sorsero centinaia di fattorie e si cominciò a sfruttare dal punto di vista agricolo ogni angolo di Pantelleria. Oggi sono migliaia le cisterne disseminate per tutta l’isola. Ma la cosa più importante è che queste ancora oggi dopo quasi 2500 anni sono perfettamente funzionanti, senza che l’uomo sia intervenuto nel tempo tranne che per la periodica pulizia. A questo punto ci chiediamo: quale materiale edilizio - tecnologico dei tempi nostri potrà mantenere una così lunga durata per secoli e secoli? Queste tipologie di costruzione furono così funzionali tanto da essere usate per molti secoli, nonostante vari furono i popoli che abitarono l’isola. Analizzando il modello con le conoscenze attuali si può pensare che il dammuso sia stato progettato da ingegneri, architetti ed ecologisti. Prima di tutto bisogna notare che l’ubicazione tiene sempre conto degli aspetti morfologici del terreno e inoltre la struttura esclusivamente in pietra, ha permesso una costruzione perfettamente statica. L’eccezionale spessore dei muri è necessario per assorbire le spinte delle cupole, le quali sono rifinite da un impasto di tufo rosso e calce battuto con mazze di legno per giorni, fino a formare uno strato duro e impermeabile. La forma particolare di questi tetti a cupola è stata concepita anche per permettere la canalizzazione dell’acqua piovana verso le cisterne, poste in prossimità del dammuso,
senza perderne una sola goccia.